L’idea di Democrazia e di Repubblica è nella mia mente un’organizzazione sociale auto-riproducente poiché in essa ognuno ha un proprio posto, ognuno è promotore e fruitore di altruismo. Un altruismo che mira al giovamento altrui per il benessere collettivo, cura di tutti i mali. Ohimè la repubblica che oggi siamo chiamati a festeggiare è più una melma, un’accozzaglia di corporativismo e manicomi, fantocci e spettacoli, share e spread. Vige il disordine ad ogni grado e ad ogni giudizio. La carestia si confonde con la carità, l’onesta è superata dai soprusi, l’amore per un figlio si pesa con il conto in banca, così un ospedale, una scuola, una fognatura, l’argine di un fiume … Ebbene cari presidenti, quella Repubblica da me sognata non è ovviamente quella che celebrate, quella che dipingete come macchina funzionate a servizio del popolo italiano mentre tacendo offrite di quest’ultimo la pelle al più bruto e cattivo che si presenta e senza renderne conto. Audaci e sapienti nel po