Un mare nel tempo
Un mare nel tempo
È in un tempo non misurato
l’ inganno del faro sul tempio,
calcò nella marea le
divergenze
sulla lena la traccia delle quiescenze.
Navigano nel circus del domino
le acquette e gli acquitrini
alcuni di tanto incanto
altri di medesimo disincanto.
A dritta la stella polare
un vulnus alle spalle la rivolta
un intreccio perpetuo ne dilata l’esistenza
si distorce e s’allunga sino a credenza.
Una rincorsa dagli abissi
l’episodio intra che fa la differenza
la tenacia extra l’attrito di desistenza.
Un fondale ormai dimenticato
cela la carta della rotta
ma mai alcun avventore
ne lasciò traccia o sentore.
Or quando un messo viaggiatore riemerse
l’onda anomala lo travolse
un balzo in area e giù in picchiata
dentro i canali della spirale.
Dove i mari si incontrano
s’avvistò ancor l'enfant prodige,
ora trascinato dalle vie dell’acquitrino
in un oblio di dispersi.
Nella frattura del mondo sta l’attesa
e per le vie maestre l’ascesa,
tra la progenie dell’ombra
e la massa silente dei mari del sud,
tra i guardiani dell’impero del tempo
e gli ultimi ascritti al libero pensiero.
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