Il Rifiuto - La pillola dello stupro


Ettore Maldera | Il rifiuto | Premio Combat

E’ ormai avvinghiato nei miei tessuti come una piovra, è il rifiuto di assecondare una vita non mia, non costruita sulle mie opinabili scelte sul che fare e che dire. Mi sono rifugiato come in altri momenti della mia esistenza in uno stato di “stand-by” sulle orme di stay behind quell’operazione anglo-americana post bellica che aveva posizionato a guardia dei “suoi insediamenti” cellule antitumorali (anti-comunismo ci raccontano). Ma erano cellule spia e come si sa le cellule spia non sai mai cosa in realtà siano altrimenti che spie sono ?
L’ipotesi seconda, la mia o di chiunque possa volerne fare altre, è che più che cellule antitumore si trattasse in realtà di colture virali pronte a distruggere eventuali ( ma sempre presenti) agenti estranei. Se vogliamo erano i gabellotti della mafia agraria siciliana, niente di strano che alcuni di loro fossero in contemporanea al soldo dell’operazione stessa, soldati Gladio.
Questo mi ricorda il ruolo della politica attuale, soldatini al soldo “degli altri” invisibili esseri, umani e non.  Ahimé credo siano più i “non umani” a reggere le fila dello spettacolo, meri meccanismi che regolamento le vite di interi popoli straziati dalle armi chimiche e biologiche, climatiche ed economiche.
Esseri privi di sentimenti quali rimorso e pietà, solidarietà e amore.
Il rifiuto…
È il rifiuto della religiosità a tutti i costi, anche al costo della vita.
È il rifiuto della “repubblica a prescindere”, anche se le regole non sono condivise.
È il rifiuto per le istituzioni che ti scavano la fossa prima che tu abbia scelto la strada da intraprendere.
È il rifiuto per la “società” dove le quote parti non sono eque.
È il rifiuto per l’identità nazionale figlia di culture e tradizioni violentate.
È il rifiuto per l’istruzione specifica che esclude le atipicità.
È il rifiuto per le elezioni politiche che legittimano (nell’illegittimità) pochi uomini, assai pochi , a prorogare le necessità, i bisogni altrui a fine secondi e lontani, sbagliati e compromessi.
Il bisogno si dilata nel tempo e in esso (passando per la speranza) si annulla diventando sogno.
E per fare un sogno ci vuole un bisogno.
E che bisogno ci sia stato all’alba dei tempi per noi vivere in questo marciume non è dato sapere, sappiamo solo che il letame ci copre sino alla cecità e non ci resta che sognare.
 … nella comunità “itadiota”: Berlusconi , Bersani, Monti, Grillo, Ingroia e Sandokan., cosa accadrà ?
In tutto e quasi sempre la vita nostrana è basata sull’apparenza.
Ci sono apparenze luminose e apparenze oscure.
Le apparenze luminose travalicano gli strati di letame che coprono i nostri occhi, con luccichii , onde, impulsi e stratagemmi da mago ci indicano la strada al di fuori del tunnel.
Le apparenze oscure rimangono velate dallo strapotere delle poche luci.
Non vediamo abbastanza "chiaro" per comprendere il vero senso di ciò che sta accadendo, nulla di nuovo. Nulla di nuovo è … nulla … è la morte.
Allora, se vedessimo la morte come pericolo personale, la rabbia ci aiuterebbe a sfondare quel muro di letame, ma se meglio ancora vedessimo la morte come il fermo biologico del progredire come esseri distinti ma unici, la sapienza dovrebbe farci da padrona e guidarci nella costruzione di qualcosa di esule, di atipico.
Ma il virus è letale.
Ricresce rapidamente e ti soffoca di letame costantemente, ti butta fumo agli occhi in progressione, ti “stona” per domarti, è per noi la pillola dello stupro.

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