Ode alla Sicilia
Oh zattera di questo stivale
stai a galla spoglia delle tue bontà
i tuoi mari un emblema di prigionia
e quel ponte che mai sia la tua catena.
Lasciati andare o mia bella isola
che i tuoi campi fioriscano
che le tue effige esplorino i mondi amici
povere e nobili di animo
così scoprirai le tue sorelle.
Lascia le tue rose scottare di rabbia
per l’uomo di lotta dormiente nel bosco
che esplodano nella loro dignità
belle nell’esser più di quanto appaiano.
Vesti i tuoi abiti reali
assurgi alla tua sovranità
e le gesta dei figli caduti
risorgeranno alla vita.
Nutri i tuoi campi e pulisci i tuoi cieli
danza sulle note della natura
una sinfonia quieta abbellirà le tue coste
salirà su per le montagne a portar sollievo:
Che gli spiriti si innalzino canterà!
La tua dolce voce su di noi crescerà.
Un risveglio al valore della vita
i tuoi figli a maglia si abbracceranno
in gloria al mondo ti presenterai
ricca di te e solo di te il sole ti illuminerà.
Oh Trinacria la tirannide a te ancora sarà svelata
si trasparente come le acque
dona e non arricchirti
ardi come il sole i tuoi colori
non custodir nulla che non t’appartiene
batti il pugno sulle tue terre
che tremino gli invasori a volerti spegnere.
Si bedda nostra e di chi a te si donerà
l’orda sicula farà barriera
avrai giullari e donne di potere
dame e uomini liberi.
Io ti sogno amore mio,
dal Sol Levante alle foreste tropicali
il tuo splendore sarà noto
dai remoti mondi omaggi e doni arriveranno
e a loro in una culla servirai attimi immortali.
D’oro saranno i tuoi monti
regali le tue acque arricchiranno i mari
alte le tue volontà oseranno
in forza della tua semplicità.
Alzati sino al divino
superando i limiti visibili
in ogni animo un mattone della tua casa
l’essenza di te la scintilla del popolo.
Le mani i tuoi beni valorizzeranno
che sia reso pegno alla tua linfa
sorgerà ancora nei secoli avvenire
chi di te saziandoti si sazierà.
Vedo oggi il nostro domani
sogno ossessione verità in divenire
l’interspazio delle possibilità
lascia a noi e alla nostra volontà.
Allerta mia signora
u riavulu trasì ca’ minutidda
che faccia ingordigia del tuo seme
ed egli stesso cambierà.
Luce sarà la tua via
adagio in cammino seminerai
dove i venti disperderanno
i nostri figli omaggeranno.