Prendi aria – appunto per un folle paragone

Tra noi e io
c’è uno stretto legame
che parte da Sé
e finisce da te.

Orizzonti e ostacoli non hanno differenza ma è la scelta di cambiamento che fa l’uno o l’altro. E la scelta non è forse intermediario di Dio, la vita, la parola?
Essendo anche la parola una creazione, l’elemento di una reazione a catena che produce la vita, non è forse tale e indispensabile come ogni altro singolo elemento?
Non accettare il fatto che uccidere la parola corrisponde a uccidere la vita è chiaro segno che non si è compresa la vita nella sua interezza, nel senso unitario e nel suo universo di complessità.
La vita unita e immensa.
Può sembrare un quadro semplicistico, fiabesco, non realistico, ma quante volte c’è lo diciamo: “questa è la vita!”
Appunto, se è questa la vita, perché non indagarla, non scoprirla? Perché scivolare sul torrente del nulla, della non parola?
La vita è un “divenire” così anche la parola, se esistessero due sole direzioni comunque ci sarebbe un’alternativa rappresentata dalla scelta.

La sovrastruttura della parola è il linguaggio. Ora poniamo il caso di considerare il linguaggio come un corpo umano, con più cose sta a contatto più ha voglia di vivere perché in ogni cosa può leggere se stesso e sperare di non morire mai. Ma se alla parola togli la libertà all’uomo togli l’aria.

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