Loro non lo sapranno mai

Machi Khel, villaggio del Nord Waziristan. E' la fine Ramadan, e in ogni casa si festeggia con una gran cena. Sadaullah Khan Wazir, 15 anni, ha servito da mangiare a parenti e amici di famiglia, riuniti sotto un albero in cortile, ed è rimasto con loro a prendere il fresco. Un ronzio nel cielo stellato e poi è arrivato il missile: sono morti in nove; Sadaullah ha perso le gambe e un occhio.

Datta Khel, un altro villaggio della regione. Scoppia una complicata disputa sulla proprietà di un terreno agricolo dov'è stata scoperta una miniera di cromite. Gli anziani del distretto convocano una jirga per risolvere il problema. Durante l'affollata riunione, tenuta all'aperto, un ronzio nel cielo azzurro e poi è arrivato il missile, poi un altro, e uno ancora: sono morti in quaranta.


Mir Ali, capoluogo del Nord Waziristan. Karim Khan, giornalista locale, e suo fratello Asif Iqbal, insegnante d'inglese alla scuola pubblica, stanno festeggiando con parenti e amici la fine dell'anno (quello occidentale, non quello islamico) nel cortile di casa. La luna piena sembra emettere un ronzio e poi è arrivato il missile: Karim ha visto morire suo fratello e suo figlio, di 18 anni.

Secondo l'ultimo rapporto della Commissione pachistana per i diritti umani (Hrcp), appena pubblicato, i droni americani hanno effettuato nel solo 2010 ben 134 bombardamenti missilistici, quasi tutti sul Nord Waziristan, uccidendo almeno 957 persone e ferendone gravemente 383, in maggioranza civili. A giudizio del giornalista pachistano Amir Mir, uno dei maggiori esperti locali di antiterrorismo (minacciato di morte sia dai talebani che dai servizi segreti pachistani), il 98 per cento delle vittime dei droni Usa sono persone che nulla hanno a che vedere con i talebani o con al Qaeda.
La campagna aerea della Cia in Pakistan (autorizzata nel 2004 dal presidente Bush ma entrata nel vivo solo nel 2008, con 250 raid e almeno 2.300 morti in tre anni) viola di per sé il diritto internazionale in quanto, secondo Philip Alston, rappresentante speciale dell'Onu per le esecuzioni sommarie, si configura come ''uccisioni extragiudiziali in serie, basate su una licenza di uccidere priva di basi legali''.
L'elevato numero di 'effetti collaterali', evidentemente considerati dalla Cia un necessario prezzo da pagare per l'uccisione di qualche nemico combattente, fa della guerra dei droni un vero e proprio crimine di guerra. Ma questo non scoraggia il Nobel per la pace Obama, intenzionato anzi a intensificare l'uso dei velivoli senza pilota non solo in Pakistan, ma anche in Afghanistan, Libia, Yemen, Somalia e ovunque nel mondo si nascondano presunti nemici dell'America.

http://it.peacereporter.net/articolo/28456/La+guerra+dei+droni+%286%29

Post popolari in questo blog

Iuuhh, sono qui! Sono io, U CATU I MUNNIZA della Villetta Comunale di Belmonte Mezzagno

La speranza di essere di nuovo

Una ripugnante accondiscendenza