Mala tempora currunt ... Malu Tempu Curri

Non ci sono parole. Sono poche e spesso ripetute e svuotano il senso delle cose. Eppure la parola ha il potere di esprimere ogni azione umana, visibile e non. L’educazione alla sintesi mnemonica ha svuotato l’umanità del senso primitivo, della capacità di sospendere i processi mentali e fermarsi sull’osservazione dei fenomeni. La “comprensione” è stata sostituita da “leggi” preordinate, “dizioni” nemmeno “ricordi” ma souvenir di un posto lontano al quale non abbiamo accesso. La “risorsa” è divenuta una “pena”occultata dal “desiderio” , il “bene” è adesso una maschera della miseria intellettuale, un pezzo di qualcosa da sottrarre o esporre al mio “simile”, un gioco operazionale dove la “sottrazione” o la “somma” creano livelli emozionali tali da far “dimenticare” lo stato iniziale, l’origine di un equilibrio spirituale, che da centrale diviene tangente all’essenza stessa della circolarità della natura. L’atto finale della creazione ossia la materia, la cacca, diviene il fulcro motivazionale, l’innesto di un processo meccanico che esprime la natura morta, la fine o quasi, il completamento di lunghe strategie, azioni, volontà, energie che trovano precocemente la via del cestino, così il bisogno si inventa dalla pattumiera e più si riempie più si alimenta.
Sic transit Gloria mundi – così passa la gloria del mondo.

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