Se una vita non vale un Gran Premio - Riflessioni a catena


Se una vita non vale un Gran Premio?
Non ho razionalizzato immediatamente cosa è successo ieri sul circuito di Misano, ho dovuto dormirci sopra e poi è scattato qualcosa….”Cazzo quello è morto e loro pensano a correre?”. Non solo è continuata la gara in corso ma anche la successiva, oddio non so cosa sia più disgustoso, probabilmente non schifarsi di fronte a tanta indifferenza ma del resto ci siamo abituati.
Gli interessati direbbero che fermando il GP non avrebbero di certo salvato la vita al giovane Shoya Tomizawa, ebbene si, sarà pur vero ma per quale assurdo motivo non fermare le corse ?
Interesse? Si al solito! Lo show è continuato non per rispettare un impegno o per dovere o chissà che cosa, è continuato perché doveva essere garantita la diretta tv con  ascolti da GP, a garanzia dei pubblicitari.
Ed è in questi casi che il sistema monetario capitalistico mostra sino a che punto osa, sino al punto di consumare gli animi, non quello del povero Tomizawa che probabilmente è morto per
qualcosa che amava ma la gente attorno, noi stessi, perché se l’etica \ l’amore ancora esiste sotto questi cieli non si poteva che togliere il gas e spegnere le luci di fronte a un incidente di quella portata..
Una luce si è spenta, come tante altre nelle corse e non solo, ma tra le lacrime e il sangue c’è chi si conta i soldi, cinico ma reale, ancor di più chi in questi eventi trae vantaggio dalla distrazione e alienazione dei consumatori, lo show deve continuare perché fermarsi potrebbe voler dire “mettere in discussione” e non si può, proprio non si può fermare la ruota della vita, la vita che è stata disegnata per noi, se la fermi qualcuno magari non vuole più ripartire…
Disegno sta per destino ? Forse il destino altro non è che la conseguenza di scelte altrui, scelte che influiscono su di noi quando accettiamo di far parte del loro sistema, come quando scegli di far parte di un azienda e poi ne subisci le direttive.
Il management è entrato nelle nostre vite private, il principio della scarsità vige come sui prodotti sui nostri diritti, sulle nostre scelte.
Oggi come non mai, la scarsità di attenzione alla vita altrui assassina giornalmente decine, forse centinaia di lavoratori al mondo che altra alternativa non hanno. È il principio “sotto-padrone”, il principio secondo il quale l’uomo ha necessità di essere governato, e questo porta e sempre porterà, alla schiavitù. La remissione dei peccati è remissione all’altrui volontà, altro non è, chiamatela pure fede ma non cambia la sostanza. Deleghi la legittimazione ad esistere.
Abbandonati a ogni cosa, l’impellenza di vivere annebbia la vista e rende incapaci nel senso puro del termine, ove cessasse la possibilità di vivere potrebbe verificarsi un cambio di paradigma ma alla visione di un mondo sconosciuto l’uomo sistemico potrebbe non farcela e crollare su se stesso, nel nulla, nell’iniquità.
Se riuscissimo a far entrare nelle nostre vite il dubbio legittimo e creativo, non la paura ma il dubbio, potrebbe svelare la natura delle cose, perché ? È nel nostro interesse ?
Ahimé viene invece fomentata la diffidenza, la paura, la diversità. In base a che cosa un individuo è diverso da un altro ? Finché rimane individuo in nessuna cosa ma quando si affaccia al mondo degli uomini cambia qualcosa, diventa una singolarità che come tale deve manifestarsi, differenziandosi dagli altri, garantendo la sua diversa forma, la sua forza, il suo status. La stessa “impellenza di vivere” in scarsità determina la competizione, così la giustificazione per ghettizzare l’umanità, trasformare l’uomo in un derivato, operaio, impiegato, artigiano non sono solo ruoli o mansioni lavorative ma identificano e delineano l’importanza dei soggetti inclusi, limitando di fatto le possibilità di accesso, confronto e condivisione, in estrema sintesi placcano l’evoluzione, le divisioni bloccano l’evoluzione.

L’interesse generale deve coincidere con l’individuale, diversamente sempre e comunque ci sarà il dominio degli uni sugli altri.

Mi domando, quanto oltre al controllo delle masse può andare l’elite che domina la realtà ?
È ormai evidente la presenza di aggregati di potere che per aree di interesse trasversale consentono ad una super-elite di dominare il corso degli eventi, non si tratta di occultismo o di complottismo, c’è la tendenza all’instaurazione di unico governo globale e questo non può che avvenire contro la volontà dei popoli, per questo vige la necessità per tappe di far accettare/disinteressare i popoli a queste manovre, costruendo ad arte una realtà parallela.

È di fatti una guerra incessante che non usa solo fanti e bombe come in Iraq e in altri parti del mondo, ma che in occidente usa l’inganno, attraverso: la manipolazione dell’informazione che può consiste in campagne mediatiche che hanno come obiettivo quello di creare o amplificare un problema per la quale i dominatori hanno in servo già una soluzione che puntualmente tende a limitare le libertà individuali. La manipolazione degli eventi atmosferici attraverso esplosioni nucleari sottomarine, inseminazione delle nuvole e bombardamento elettromagnetico della ionosfera generando terremoti, tsunami e alluvioni. La manipolazione del mercato regolando direttamente l’accesso al credito/debito che di fatto regola l’andamento dell’economia reale, il fallimento o meno di imprese familiari e non. La manipolazione delle scelte governative avendo introdotto leader con interessi globali nei governi nazionali. La manipolazione delle ribellioni sociali attraverso l’infiltrazione di soggetti accondiscentdi così come avvenuto in Italia con l’immissione della Gladio e le successive infiltrazioni nelle BR piuttosto che nell’area “nera”, in Cosa Nostra piuttosto che nella banda della Magliana. In sostanza attraverso la creazione a doc di una realtà amara da digerire per la quale è meglio rifugiarsi e rimettersi al volere di altri.

Facciamoci i cazzi nostri che è meglio.

PS: Ho divagato anche per Shoya Tomizawa. Questo mondo è ingiusto.Un caro saluto figlio di questa terra senz'anima.


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