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Visualizzazione dei post da agosto, 2010

Cossiga, ex PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA e la sua ricetta per fermare le rivolte nelle scuole dopo la riforma Gelmini.

Cossiga: “Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito …” Giornalista: “Gli universitari, invece?” Cossiga: “ Lasciarli fare . Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città “. Giornalista: “Dopo di che?” Cossiga: “Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri”. Giornalista: “ Nel senso che…” Cossiga: “Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale . Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchia

Certe Notti

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 Il mondo non esiste e il silenzio sgombra la mente, non ho bisogno di aprire un motore di ricerca, i pensieri diventano effusioni di energia, si combinano e si sposano dando una linea logica ai mille perché della giornata appena trascorsa. Il dialogo umano in gruppo sta impegnando buona parte delle mie riflessioni, ne osservo i meccanismi e le mutazioni circostanziali. Il risultato è solitamente identico: in assenza di singolarità emerse e indipendentemente dagli individui il gruppo aliena il pensiero individuale esprimendo invece un Pensiero Unico Collettivo (PUC) .

C'è chi dice no, e voi gente di partito ?

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 C'è chi dice no, e voi ? Assistiamo da anni alla divisione dei pani tra gli adepti di un progetto politico che mira a de-strutturare le già fragili basi di quel primordiale esperimento post-bellico che chiamiamo democrazia ma che evidentemente tale non é. Si grida al ladro parlando di evasione fiscale, gettando l'ombra del sospetto sui vicini, gettando sulla base sociale diffidenza, paure e gelosie, come se i mali di questo mondo dipendessero dai commercianti o dai "professionisti". Intanto nei palazzi del bottone, c'è un presidente del consiglio che oltre a ordinare la chiusura di programmi televisivi, sceglie a propria discrezione pur non avendone facoltà le nomine della RAI, dei direttori di giornale, coloro che decidono cosa mandare in onda, cosa può esistere, quale deve essere la verità. Così si scagionano prescritti, si proclamano disastri come successi, si difendono le guardie del palazzo, si infonde nel paese la sensazione che è tutto