Il Parlamento Mediatico e L’oblio degli Uomini

“Alcuni leader di questo «parlamento» hanno un potere di influenzamento molto più alto di un ministro dei Beni culturali o della Pubblica istruzione”
Quest’analisi (sotto)di Francesco Alberoni, in prima pagina sul corriere di ieri riflette esattamente il quadro sociale attuale. La scala dei valori è stata lentamente e subdolamente modificata in una scala degli squallori utilizzando il cosiddetto “parlamento mediatico” e purtroppo per via della corruzione anche intellettuale il sistema politico-amministrativo è crollato anch’esso abdicando alla sua funzione di guida verso il miglioramento del paese e del terreno dove questo paese dovrebbe crescere.
http://www.moltitudineinarrestabile.it/).




Pubblico&Privato


"Togliamoci comunque dalla mente l’illusione che al vertice ci sia ancora l’alta cultura o l’università o gli uomini politici che ne sono diventatati essi stessi ormai total­mente prigionieri.”

Sostanzialmente Alberoni dice, al vertice della piramide culturale una volta c’erano degli intellettuali(scienziati, filosofi, esperti in genere, romanzieri, studiosi, registi) che “analizzando la vita umana”indicavano “mete e valori”, guidavano in un certo senso il dibattito sociale e quindi la crescita, adesso al vertice c’è una corporazione mediatica che ha totalmente smarrito il senso del sé e si pone come modello attraverso “grandi conduttori televisivi, i politici ed i commentatori politici importanti, i divi dello spettacolo e dello sport, alcuni intellettuali e gli specialisti del gossip. Vi entrano poi, volta per volta, i personaggi che balzano alla ribalta della politica, della letteratura, del cinema, della cronaca nera e di quella scandalistica. Sono un migliaio di persone, che ritroviamo dappertutto, negli spettacoli come nei talk show dove si invitano a vicenda. Le riviste femminili completano il quadro parlando dei loro amori, divorzi, figli e amanti.”
Così il parlamento mediatico ha cambiato cultura e politica

Ai vertici del nuovo sistema televisioni, quotidiani e web

Negli ultimi quarant’anni è avvenu­ta una rivoluzione culturale. Pri­ma la cultura era una piramide al cui vertice c’erano i grandi filosofi, gli stu­diosi, i registi, i romanzieri che studia­vano, analizzavano la vita umana e in­dicavano mete e valori. Le loro opere, i loro libri venivano letti e discussi dalle persone colte e da esse il sapere si river­sava su tutta la popolazione in pubblici dibattiti, nei quotidiani, alla radio, alla televisione. Essi potevano avere posizio­ni politiche diverse, ma avevano una ba­se culturale comune per cui si rispetta­vano e si capivano.

Oggi la piramide culturale è scompar­sa, al suo posto c’è un grande palcosce­nico mediatico formato dalle televisioni e, a distanza, dai quotidiani e dal web. In questo palcoscenico i protagonisti so­no i grandi conduttori televisivi, i politi­ci ed i commentatori politici importan­ti, i divi dello spettacolo e dello sport, alcuni intellettuali e gli specialisti del gossip. Vi entrano poi, volta per volta, i personaggi che balzano alla ribalta del­la politica, della letteratura, del cine­ma, della cronaca nera e di quella scan­dalistica. Sono un migliaio di persone, che ritroviamo dappertutto, negli spet­tacoli come nei talk show dove si invita­no a vicenda. Le riviste femminili com­pletano il quadro parlando dei loro amo­ri, divorzi, figli e amanti.

Queste persone costituiscono un vero e proprio «parlamento mediatico» in cui si espongono idee, si sostengono opi­nioni, si affermano valori, si propongo­no modelli di comportamento in tutti i settori: politica, arte, scienza, educazio­ne, medicina, spettacolo. È avvenuto un immenso processo di «democratizza­zione e massificazione» della cultura. In questo «parlamento mediatico» vi sono molti centri di potere che competo­no fra loro e prevale chi ha più audience così come nelle elezioni politiche preva­le chi ha più voti. Alcuni leader di que­sto «parlamento» hanno un potere di influenzamento molto più alto di un mi­nistro dei Beni culturali o della Pubbli­ca istruzione, ma nessun politologo ha mai fatto uno studio di questo potere e nessuno sa dirci che fondamento di le­gittimità abbia. Ed è peccato perché in questo modo non riusciamo a capire chi conta veramente nella cultura italiana e ne ha la responsabilità. Togliamoci co­munque dalla mente l’illusione che al vertice ci sia ancora l’alta cultura o l’università o gli uomini politici che ne sono diventatati essi stessi ormai total­mente prigionieri.

www.corriere.it/alberoni

Francesco Alberoni
21 dicembre 2009© RIPRODUZIONE RISERVATA


È allora diventa fondamentale riproporsi domande superate, vecchie, chi siamo?, perché? chi potevamo essere? Chi vogliamo essere?

C’è molto disinteresse, sintomo di superficialità su questo argomento il che vuol dire che purtroppo il danno è già fatto, la sostituzione dei modelli culturali precedenti è arrivata a compimento e non c’è una cura se non una graduale riconversione che sta già avvenendo sotto forma di reazione al sistema.

Il “parlamento mediatico” è stato imposto dall’alto con influenze verticistiche e piramidali sulle masse, la reazione a ciò sta avvenendo in comunità spesso molto lontane le une dalle altre e senza alcun collegamento ma il fenomeno sembra espandersi a macchia d’olio, in Italia e all’estero e prima o poi queste comunità si incontreranno (verosimilmente si sono incontrate il 5 dicembre a Roma per il NOBDAY) allora nel tempo l’estensione potrà essere ragionevolmente tale da garantire la rivoluzione necessaria.

Ad esempio in Italia si possono prendere i movimenti; Ammazzateci tutti, Libera, LibereTerre, Gli Invisibili,Addio Pizzo,Le Agende Rosse e tanti altri.

Per comprendere di cosa si sta parlando basta vedere 5 minuti di video su youtube girati durante la presentazione del libro Blessed Unrest di Pawl Hawken (il libro in italiano ha come titolo "Moltitudine Inarrestabile", come il piu' grande Movimento della storia del mondo è nato e perché nessuno lo ha visto arrivare. Una parte del libro in italiano è ora consultabile su

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